Le scienze della comunicazione e la politica

Nel 1916 usciva postumo il trattato “Cours de linguistique générale” che raccoglie le scoperte e gli insegnamenti di Ferdinand de Saussure. Quel libro è alla base di tutte le acquisizioni scientifiche sulla lingua e la comunicazione che si sono susseguite dal secolo scorso fino ad oggi.

Con l’avvento dei social media, negli ultimi decenni, la scienza del linguaggio ha fatto progressi molto rapidi, divenendo scienza della comunicazione, integrandosi con altre discipline sia di tipo tecnico informatico che psicologico e sociologico.

Oggi viviamo immersi in un flusso costante e massivo di informazioni, non paragonabile, per invasività e dimensioni, a niente di simile che sia mai esistito nella storia umana.

Per chi sa gestire la comunicazione si aprono enormi possibilità di influenza politica e sociale.

Pensiamo, per esempio, a Bannon, a Casaleggio, al fallimento del referendum di Renzi, alla Brexit, ai post martellanti della “Bestia” di Salvini.

Indipendentemente da ogni giudizio politico, dietro ad ognuna di queste realtà ci sono dei team che padroneggiano, con grande professionalità, non solo le tecniche specifiche di gestione dei social media, ma anche le tecniche classiche della retorica e della manipolazione psicologica. La manipolazione socio-politica, sempre esistita, raggiunge oggi livelli mai visti per rapidità ed ampiezza di diffusione.

I risultati sono evidenti. Scelte che non sempre coincidono con l’interesse reale di un paese si impongono e vincono, grazie alla condivisione sociale in larga parte innescata ad arte. Tanto che il concetto classico di rappresentanza democratica sembra sfilacciarsi e perdere di senso.

Milioni di persone vivono immerse ogni giorno in un mare di informazioni, senza possedere gli strumenti culturali necessari per filtrarle con coscienza critica. E’ un fenomeno di cui molti non hanno consapevolezza che sta però cambiando le basi della gestione politica a livello mondiale.

Sarebbe molto importante che elementi basilari delle scienze della comunicazione entrassero nel bagaglio culturale almeno dei giovani, andando a far parte dei programmi scolastici accanto a materie come l’informatica o l’educazione civica.

Intanto, in questi giorni, siamo di fronte ad una novità assai interessante per chi si occupa di comunicazione. Ha molto colpito, positivamente, che Draghi non sia presente sui social. Il suo modo di comunicare, scarno e fattuale, rappresenta una piacevole novità. Dal punto di vista delle scienze della comunicazione sarà molto interessante analizzare come Draghi comunicherà e come il suo messaggio verrà accolto e sostenuto dal pubblico generale.

Ferdinand de Saussure – Heritage images/ Getty Images

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