Morfologia della fiaba. Propp e i no vax

Il saggio “Morfologia della fiaba” (Morfologija skazki) di Vladimir Jakovlevič Propp, venne pubblicato a Mosca nel 1928. Nel 1958 il libro fu tradotto in inglese e Claude Lévi-Strauss fece conoscere a livello mondiale le ricerche di Propp non solo in ambito antropologico ma anche come uno dei testi fondanti per le moderne scienze del linguaggio e della comunicazione. La prima edizione italiana, per Einaudi, è del 1966.

Analizzando le più note fiabe popolari, Propp scoprì che in ognuna di esse ricorrevano tipologie di personaggi e strutture narrative simili.

Propp individua otto tipologie personaggi e trentuno funzioni o situazioni narrative che si intersecano secondo alcuni schemi ricorrenti. Non tutte le funzioni e i personaggi sono sempre presenti ma in ogni fiaba c’è un eroe, un antagonista, un aiutante dell’eroe, prove che l’eroe deve superare, un segreto da disvelare, un premio finale e così via.

Gli schemi ripetitivi delle trame e dei personaggi sono evidenti pur nell’estrema diversità delle ambientazioni.

Se pensiamo alle fiabe più classiche ma anche a favole più recenti come “Il signore degli anelli” o i film di James Bond, avremo immediatamente chiaro che cosa Propp analizza in modo sistematico nella sua ricerca.

Una fiaba, o anche un romanzo che ne imiti la struttura, o un film che proponga schemi analoghi, innescano nel lettore forti meccanismi psicologici di identificazione nel personaggio e negli accadimenti che lo coinvolgono. Gli schemi situazionali e i personaggi evidenziati da Propp toccano infatti corde molto arcaiche e profonde della psiche dell’uomo, ci riportano agli albori della storia umana, alla lotta per la sopravvivenza.

Le scoperte di Propp sono molto utili anche per capire alcuni meccanismi comunicativi che oggi vediamo dispiegarsi nella vita sociale e politica.

In particolare, se si analizzano le narrazioni complottiste secondo gli schemi della fiaba si scoprono evidenti analogie. Il cittadino comune è l’eroe, le multinazionali, i poteri forti, le banche, i governi sono l’antagonista. L’eroe, il cittadino comune, compie un viaggio iniziatico verso la verità. Supera prove per disvelare finalmente i segreti che il perfido antagonista gli tiene nascosti. Ci sono gli aiutanti magici, di solito saggi e incompresi, che scoprono e mostrano all’eroe gli inganni degli scienziati e dei governi asserviti ai cattivi, alle multinazionali.

Mentre nelle fiabe classiche di solito l’eroe è solo, nella affabulazione complottista l’eroe trova un forte riconoscimento sociale interagendo con i suoi simili nei social e nelle piazze. Il premio finale per l’eroe e per i suoi compagni di viaggio sarà la libertà, o meglio la libbbertà, intesa come salvifica rimozione dei vincoli sociali e liberazione da ogni ansia, insicurezza e paura.

Ovviamente, chi vive immerso in una favola vede come un pericolo la razionalità e il principio di realtà perché vanificherebbero il sistema narrativo coerente da cui trae la sua gratificazione ontologica. Come ben sa chiunque ci abbia provato, far ragionare un no-vax è tempo perso. Ed anche una forma di cattiveria. Perché togliere ad un bambino le sue fiabe?

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