Antisemitismo oggi

Ieri ho visto su Linkedin il post di un politico fiorentino che seguo. Persona molto civile e colta. Il post era sulla morte di un giovane arabo con problemi mentali ucciso per errore tempo fa dalla polizia israeliana perché non si era fermato ad un posto di blocco ed era stato scambiato per un terrorista.

Da quest’episodio l’autore montava il classico repertorio anti-israeliano concludendo che Israele “fa pulizia etnica”.
Mi sono chiesto: come può una persona per bene scrivere una calunnia così platealmente falsa?

La risposta purtroppo è semplice. Antisemitismo, anche se quel politico lo negherebbe indignato.

Gli iraniani e i loro alleati palestinesi, nel delirante desiderio di sterminare gli Israeliani per ristabilire la purezza islamica “dal fiume al mare”, usano deliberatamente tutti gli stereotipi classici dell’antisemitismo, attualizzandoli con abilità.

I “palestinesi” sono sempre e solo vittime. Gli Israeliani sono “occupanti” ricchi e potenti, usano una forza spropositata contro un popolo oppresso che lotta per la libertà. Gli Israeliani imprigionano Gaza, fanno “pulizia etnica” uccidono i civili. Uccidono anche i bambini.

Questa narrazione martellante, ripresa in modo acritico sui social, e anche da molti giornalisti, risveglia pregiudizi e stereotipi antichi ma ancora presenti nell’inconscio culturale dell’occidente.

Gli ebrei ricchi, potenti, che dominano il mondo, Soros eccetera. Tutto l’armamentario degli stereotipi antisemiti è noto e non serve ripeterlo.  
Ricordo solo, perché particolarmente odiosi, i “blood libels”, in italiano calunnie del sangue, un tema ricorrente fin dal medioevo.
Accuse di aver diffuso la peste, di omicidi rituali di bambini per usarne il sangue nelle azzime si sono ripetute nei secoli e hanno causato il massacro di intere comunità ebraiche nel corso della storia.

In Italia il caso più noto è quello di San Simonino, il bambino che secondo il vescovo di Trento era stato rapito dagli ebrei locali e sadicamente ucciso per usarne il sangue. Era il 1475.
Il culto di San Simonino, molto diffuso anche nell’iconografia cattolica nel Nord Italia, è stato abolito dalla chiesa solo il 28 ottobre del 1965.

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